Tim Grimm ha suonato e collaborato col suo grande idolo e amico Ramblin Jack Elliot, ha recitato al fianco di Harrison Ford e ha diviso il palco con il poeta Wendell Berry. Ha pubblicato una dozzina di dischi che hanno raggiunto la cima delle classifiche di musica folk e roots, ricevendo molti premi e riconoscimenti. Il suo genere spazia dal folk al country, mantenendo una forte matrice rurale sia nei testi sia nell’accompagnamento delle canzoni. La sua calda voce da narratore si circonda di strumenti tradizionali e la critica lo ha spesso paragonato a Johnny Cash, Woody Guthrie, John Prine e lo Springsteen di Nebraska.
Dopo alcuni anni passati a Los Angeles, dove ha lavorato moltissimo come attore, Tim Grimm è ritornato nella sua fattoria di 80 acri nell’Indiana, per dedicarsi alla musica e alla sua famiglia. Nel 2000 Tim Grimm pubblica il suo disco d’esordio che è l’album manifesto della sua scelta di vita di dedicarsi alla campagna, di prendersi tempo e cura delle piccole cose dei grandi valori, nel cuore della sua terra. Così nasce Heart Land che contiene canzoni meravigliose come 80 Acres, Better Days, Stayin in Love, That old man, Pumpkin the Cat, She remebers e Snowin on the mountain del suo grande mentore Ramblin Jack Elliott.
Tim Grimm non aveva in programma un album nel 2020-21, ma un songwriter sincero come lui non poteva restare indifferente davanti a tutto quello che stava succedendo nel mondo. La pandemia, il distanziamento sociale, la paura, l’ansia e l’impoverimento culturale e sociale diventati insopportabili sotto l’amministrazione Trump.
Tim Grimm ha sempre sostenuto che esistono due tipo di canzoni: politiche e d’amore.
In un tempo delicato come questo politica e amore si sono legati insieme in un’unica poetica fondata sull’urgenza di dare voce e ai propri sogni, passati e presenti, e al senso di smarrimento individuale e collettivo.
Nove canzoni, nove splendide ballate nel perfetto stile rurale di Grimm, con la sua voce calda a narrare e quella di sua moglie Jan a fare da contrappunto. Il figlio Jackson suona chitarre, banjo e mandolino e l’altro figlio, Connor, il basso. Poi c’è il violino evocativo di Diederik van Wassenaer a rendere ancora più sognante il nuovo viaggio del cantautore dell’indiana. Un viaggio che parla soprattutto di “perdita” a partire dalla title track, Gone, dedicata all’immenso John Prine e nominata canzone dell’anno ai prestigiosi International Folk Alliance Awards. John Prine non è l’unico songwriter che ci ha lasciati durante la pandemia e Tim Grimm ricorda anche Michael Smith, David Olney e soprattutto Eric Taylor, interpretando la struggente Joseph Cross con la partecipazione del chitarrista italiano Marco Python Fecchio e di Susan Lindfors Taylor, la moglie di Eric, ai cori.
L’immagine di copertina del disco è un disegno a carboncino che lo stesso Tim ha eseguito a 11 anni.
Un disco meraviglioso per accompagnarci con dolcezza verso l’autunno.